L’imprenditoria italiana si impone sul panorama mondiale come un faro a cui guardare quando si perde l’orientamento. Una competitività che si afferma soprattutto in alcun campi in cui alcune eccellenze hanno portato avanti idee, sogni e realizzato progetti che oggi sono le fondamenta di veri e propri castelli di innovazione, creatività, ricerca e bellezza. E dietro ogni sogno c’è sempre una mente che lo partorisce e lo nutre fino a portarlo ad una grandiosità che tutto il mondo invidia. Oggi parleremo di tre nomi dell’imprenditorie italiana che da tre città diverse si sono imposti in settori diversi con risultati eccellenti che li hanno condotti in un firmamento da cui non potranno mai più scomparire perché il Made in Italy è un simbolo che ha ormai assunto un valore assoluto.
Milano e Marco Tronchetti Provera
Tutti lo conoscono come CEO del Gruppo Pirelli anche se ha annunciato, contestualmente all’Ipo che il 4 ottobre scorso ha definitivamente, grazie al suo alacre lavoro, rilanciato la Pirelli nel circuito azionario di Piazza Affari, che al compimento del suo 72 anno di età abbandonerà il timone del gruppo per lavorare dietro le quinte. Stiamo parlando di Marco Tronchetti Provera, natali meneghini che ispirato per tutta la sua lunga carriera accademica e professionale a suo padre Silvio, si laurea in Economia e Commercio alla Bocconi di Milano. Prima di arrivare alla carica che ricopre in Pirelli, di Marco Tronchetti Provera si possono dire moltissime cose. Avendo parlato di suo padre non possiamo non citare la Fondazione che, con la sua famiglia, ha dedicato proprio a lui nel 2003, una Fondazione senza scopo d lucro che ha come obiettivo l’incremento della ricerca che promuova una forte crescita competitiva per garantire all’Italia un enorme vantaggio rispetto agli altri Paesi, attraverso una stretta collaborazione tra le più grandi aziende italiane e i migliori atenei del Paese. Vive e lavora per un lungo periodo a Londra, esperienza che gli permette di tornare a Milano e fondare la Sogemar che ha la particolarità di possedere il primo terminal vicino all’industria che agevoli una più immediata movimentazione delle merci. Vende la Sogemar e si imparenta, è proprio il caso di dirlo, con la Pirelli, sposando Cecilia Pirelli. L’acquisizione di alcune quote azionarie sono il presagio, del tutto positivo, della sua scalata ad Amministratore Delegato e Presidente della società nel 1992, momento a partire dal quale rilancerà il nome dell’azienda attraverso vere e proprie gesta che lo consacreranno ad uno dei più grandi imprenditori italiani. Citiamo la scalata a Telecom, l’acquisto del 27% della Olivetti, il ritorno in Borsa del Gruppo il 4 ottobre 2017 e l’entrata nello Stoxx 600 previsto il 18 dicembre. Conduce la Pirelli nel mondo della moda con il famoso The Cal, il Calendario icona che ogni anno fa sognare milioni di italiani; la avvicina all’arte contemporanea con la Fondazione Hangar Bicocca che mette a disposizione 15.000 metri quadrati di spazi espositivi per mostre permanenti e artisti emergenti; e la lega indissolubilmente al mondo dello sport facendola diventare sponsor dell’Inter dal 1995.
Tutta la dolcezza del Piemonte con Michele Ferrero
L’Italia si distingue anche per la gastronomia e sono tanti i marchi conosciuti in tutto il mondo e un imprenditore che spicca nel panorama anche per il suo gran cuore e la sua umanità è Michele Ferrero, il fondatore della casa dolciaria più famosa nel mondo. Nato a Dogliani il 26 aprile del 1925 cresce nel laboratorio di famiglia che mamma Piera e papà Pietro rendono famoso per le loro specialità. Un’imprenditoria italiana, dunque, che affonda le sue radici in origini antichissime e che restano tutt’ora attuali e, soprattutto, di grade valore. È negli anni sessanta che i prodotti più famosi vengono alla ribalta permettendo alla Ferrero di espandere la produzione anche in altre zone d’Italia e arrivando oltre confine. Come Pirelli, la Ferrero non si lascia sfuggire l’occasione di diventare sponsor di importanti manifestazioni sportive e l’impegno che anche in prima persona Michele Ferrero profonde nel sociale gli vale, nel 2005, il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Scomparirà dopo dieci anni all’età di 89 anni, dopo aver assistito alla prematura morte di suo figlio Pietro, mancato a causa di un infarto nel 2011.
Nella Capitale nasce la moda con Laura Biagiotti
E se di imprenditoria italiana parliamo, non possiamo certo esimerci dal citare il mondo della moda in cui il Made in Italy la fa da padrone indiscusso ed è Roma, stavolta, a dare i natali ad una stilista che resta nel firmamento dell’haute couture per abiti indimenticabili, ma anche per la sua personalità che arriva a conquistare tutto il mondo. Nata e cresciuta in mezzo a scampoli di tessuto, ago e filo, nell’atelier della madre, Laura Biagiotti adorava il bianco e il cachemire e da grande ha lavorato, continuando la tradizione di famiglia, coinvolgendo anche sua figlia Lavinia e suo marito nel suo castello di Guidonia che diventa quartier generale della sua azienda e casa di famiglia insieme. Il suo amore per la moda si manifesta praticamente in stupende creazioni, ma è strettamente radicato anche in una passione per l’arte che la porta a finanziare la ristrutturazione del Tetro La Fenice e a donare a Roma una collezione di opere di Giacomo Balla. Il 26 maggio 2107 nella sua casa in cui lavora e vive, Laura Biagiotti scompare lasciando dietro di sé un alone di bellezza, immortalità e grandiosità da cui la moda non può prescindere.