Molti italiani sono particolarmente preoccupati dal prossimo referendum del 4 dicembre; la questione è semplice, Referendum: si o no? Rispondere a questo quesito non è però altrettanto facile, in quanto la nuova legge di riforma elettorale è molto ampia e riguarda diversi ambiti dell’agire dello Stato. Inoltre molte forze politiche hanno caricato il quesito referendario di un elevato peso: si tratta per molti di decidere se mantenere il governo ora in carica o se invece sia il caso di avversarlo.
Potrebbe cadere il governo?
Il governo Renzi ha fatto della riforma costituzionale una sua bandiera; per molte persone votare no al referendum significa dichiarare la propria contrarietà al governo in carica. Un risultato negativo al referendum potrebbe quindi far rapidamente cadere il governo, portandoci probabilmente a nuove elezioni. Chiaramente non esiste alcuna legge che obbliga il governo a presentare le proprie dimissioni in caso di sconfitta al referendum, e nelle scorse settimane la posizione del premier Renzi è stata poco chiara, con dichiarazioni contrastanti.
Su cosa si decide
La nuova riforma della Costituzione prevede un totale cambiamento del funzionamento del bicameralismo presente nel Parlamento italiano. In particolare si dimezza il numero dei Senatori, che non saranno più scelti tra i candidati eletti, ma tra le forze politiche locali regionali. Il risultato di tali cambiamenti è decisamente molto forte, perché va ad influire sul potere del governo in carica per quanto riguarda la legiferazione ordinaria e straordinaria. La nuova legge però comprende anche una lunga serie di altre norme, la cui accettazione o negazione è compresa nell’unico quesito referendario.
Come si vota
Il referendum del 4 dicembre è un unicum nel panorama italiano, in quanto diverso da tutti i precedenti. Si tratta infatti di influire sulla costituzione, e di accettare una nuova legge, non di abrogare delle norme già presenti nella nostra legislazione. I cittadini avranno accesso alle urne nella sola giornata di domenica 4 dicembre, a partire dalle ore 7. Alle ore 23, improrogabilmente, le urne saranno chiuse e si procederà allo scrutinio delle schede, che ripoteranno un unico quesito, con la risposta si o no. Il risultato sarà valido indipendentemente dal numero di persone che si presenteranno alle urne: non è necessario raggiungere il fatidico quorum. Questo porta il peso degli indecisi, che magari non si recheranno alle urne, ad essere ancora maggiore. Nei precedenti referendum infatti l’affluenza è stata decisamente scarsa.