Chi ha l’abitudine di farsi la barba si pone, almeno una volta, la seguente domanda: perché una lama d’acciaio si rovina con il semplice taglio dei peli, spesso molto morbidi?
Effettivamente la questione non è del tutto fuori luogo, e a porsela sono stati anche i fisici, nella consapevolezza che la risposta potrebbe essere importante per chi produce lame, e anche per applicazioni industriali ben complesse della rasatura, in cui è necessario che le lame funzionino bene e a lungo.
Ebbene, un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Usa), condotto da Cemal Tasan, ha deciso di approfondire questo argomento e fornire una risposta scientifica. Ma quale?
Per poter arrivare al risultato finale gli scienziati hanno costruito un apparato sperimentale in cui una lama di rasoio taglia dei peli sotto lo sguardo di un microscopio elettronico. La lama è stata dunque fotografata prima dell’esperimento, e poi più volte durante e dopo l’incontro con i peli, al fine di comprendere com sia cambiata la sua struttura dopo ogni taglio, e quali fattori potessero accelerare o meno la propria usura.
Le conclusioni sono state molto interessanti. In particolare, gli scienziati hanno scoperto che l’usura della lama non è dovuta tanto al fatto che la sua parte affilata diventa più arrotondata, ovvero “perde il filo”. Invece, l’usura della lama avviene – ed è il motivo per cui affilare un coltello è un modo efficace per ringiovanirlo- ma non è il problema principale!
Il fatto è invece che anche la migliore lama, quando è nuova di zecca, ha microscopiche crepe lungo il suo filo tagliente. Dunque, queste crepe sono in grado di candidarsi come punti deboli che, a contatto con il pelo, si espandono, trasformandosi in avvallamenti che fanno sì che la lama non tagli più bene come prima. I ricercatori hanno infine compreso che la probabilità che il metallo ceda dipende da come avviene l’incontro con il pelo. Di fatti, la lama tende a rovinarsi più frequentemente se il pelo è molto inclinato rispetto al filo del rasoio.