I listini europei nella giornata di ieri sono tornati a registrare delle variazioni negative, prolungate poi anche nella prima parte della seduta odierna, con le ulteriori pressioni in vendita sui bancari che accentuano le perdite sul listino domestico. Il FTSEMIB registra infatti la peggiore performance giornaliera, zavorrato da nuovi timori sul fronte di eventuali operazioni di ricapitalizzazione che gli istituti domestici potrebbero essere costretti a realizzare per garantire coefficienti patrimoniali più solidi; le vendite trovano anche sostegno nell’incertezza circa l’esito del referendum del primo week end di dicembre, con la vittoria del NO che potrebbe innescare instabilità politica e limitare l’afflusso di capitali nel mercato italiano da parte dei principali investitori internazionali.
In tal proposito, è certamente aleatorio compiere delle previsioni sulle conseguenze legate alla vittoria del NO, ma considerato che questo sembra essere lo scenario centrale – almeno sul fronte dei pronostici – riteniamo che nei prossimi giorni non mancheranno le stime su tale fronte (e, immaginiamo, non saranno certamente rassicuranti).
Si accentua così il divario di performance tra il FTSEMIB e gli altri principali indici europei, soprattutto nei confronti di quelli core come Dax e Cac.
Tra i temi principali della giornata sottolineiamo anche la sorpresa verso l’alto delle stime preliminari per i PMI europei che in novembre salgono ai massimi da inizio anno e, sul fronte delle materie prime, un petrolio debole e volatile, con gli operatori si interrogano sull’entità e sulla capacità dell’OPEC di attuare il taglio e spingere al rialzo le quotazioni. Il meeting del 30 novembre è sempre più vicino, ma l’aria a Vienna (sede dell’incontro) non sembra essere ancora serena.