È un vero e proprio simbolo della mobilità italiana, uno dei veicoli più venduti di sempre e, ancora oggi, a dare uno sguardo ai dati commerciali sulla Fiat Panda nuova e sulla Fiat Panda usata, uno dei più versatili e desiderati. Quarant’anni alle spalle e non sentirli – verrebbe da dire – osservando le evoluzioni di questo modello, che ha accumulato 8 milioni di immatricolazioni in tre generazioni, e che trascina con sé tantissimi aneddoti che, in fondo, arricchiscono di ulteriore fascino un’auto senza età. Per esempio, non tutti sanno che la Fiat Panda ha rischiato seriamente di non vedere mai la luce, e che il suo nome avrebbe potuto essere un meno poetico Gingo.
Ad un recente evento celebrativo, Giorgetto Giugiaro ha poi raccontato la genesi del design. Carlo De Benedetti chiese infatti proprio a Giugiaro di ideare una vettura compatta, con stile, spazio e con bassi costi. Un obiettivo non facile da realizzare, su cui il designer lavorò per un’intera estate in Sardegna, durante le vacanze. Uno sforzo importante che rischiò di naufragare, abbattendo gli auspici della Panda ancor prima del varo: De Benedetti infatti lasciò l’azienda prima che Giugiaro avesse la possibilità di presentare il modello e, dunque, il lavoro del designer avrebbe potuto essere inutile e inutilizzato.
Fortunatamente, però, non fu cosi. Il nuovo amministratore delegato della Fiat, Nicola Tufarelli, ebbe modo di osservare il progetto rimanendone particolarmente entusiasta. Dunque, salvò il progetto Panda, a patto che il costo di produzione rientrasse nel budget. Un obiettivo colto nel segno dando alla Panda un aspetto spartano e rustico negli interni, con un look minimalista e modulare che esaltavano il concetto di spazio, rispetto ad altre utilitarie più contenute.
Un altro aneddoto particolarmente curioso è proprio nel nome Panda, il cui simbolo animalesco è però lo stesso del WWF che, di fatti, avvisò la Fiat dei rischi che si potessero creare delle errate interpretazioni. Tuttavia, la preoccupazione sembrò essere quasi un’esclusiva italiana, visto e considerato che altrove, come in Gran Bretagna, WWF accettò di buon grado tale evento automotive (certo, in cambio di un assegno sostanzioso ma, si sa, questo è un altro discorso).
Tra miti e verità, la storia della Panda si è poi evoluta fino all’ultima generazione, prodotta a Pomigliano. La Panda si è fatta un po’ più grande (35 cm più lunga, 15 più alta) e si è evoluta, con diverse configurazioni per stare al passo con i tempi (4×4, bifuel Metano e Gpl, griffe, ecc.).
Infine, non tutti sanno che la Panda è stata uno dei pionieri nell’alimentazione elettrica, visto e considerato che negli anni ’90 lanciò una piccola flotta di Elettra, a disposizione dei clienti, quasi a voler anticipare il car – sharing. I tempi però non erano evidentemente maturi e, probabilmente, a non essere mature non erano nemmeno le tecnologie a supporto.
Oggi le cose sono evidentemente cambiate ma, a non esser cambiato, è il fascino che questo modello continua ad esercitare sul mercato.