L’inflazione italiana fatica a cavalcare un ritmo desiderabile, ma non in tutto lo Stivale la situazione è la medesima. Secondo quanto affermano le ultime stime prodotte dall’Istat, infatti, i prezzi sono calati dello 0,3 per cento su base mensile e sono cresciuti dell’1,1 per cento su base annua, contro il + 1,9 per cento dello scorso aprile.
Sempre secondo le rilevazioni effettuate dall’Istat, la lieve frenata dell’inflazione a settembre è ricondotta per lo più al rallentamento dei prezzi dei trasporti (+2,7 per cento, da +4,4 per cento di agosto) e di quelli dei beni energetici regolamentati (+2,9 per cento da +5,0 per cento), solamente in parte compensato dalla spinta dei prezzi degli alimentari non lavorati, la cui crescita si porta a +2,1 per cento (da +0,7 per cento del mese precedente).
Complessivamente, l’inflazione acquisita per il 2017 arriva a +1,3 per cento per l’indice generale. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona crescono dello 0,4 per cento su base mensile e dell’1,1 per cento su base annua (era +0,6 per cento ad agosto).
Spostandoci, come anticipato, al dato sui capoluoghi, emerge come nel corso del mese di settembre gli aumenti siano generalmente più modesti, su base annua, rispetto ad agosto, con la sola eccezione di Milano, Roma e Venezia. Bolzano è il capoluogo in cui i prezzi presentano gli incrementi più elevati (+2,4 per cento, contro +2,9 per cento di agosto), seguito da Milano e Trento (+1,6 per cento), con quest’ultimo che rallenta ampiamente dal +2,5 per cento di agosto). Seguono ancora Venezia (+1,4 per cento), Firenze (+1,3 per cento) e Genova (+1,2 per cento). Ultime Ancona (+0,4 per cento), Bari e Potenza (+0,5 per cento entrambe).