Sul fronte valutario, il dollaro statunitense ha visto consolidare il proprio recupero nei confronti delle principali valute controparte, conducendo il cambio con l’euro in area 1,17, dopo il dato sulle vendite al dettaglio USA, che hanno dato indicazioni positive sui consumi e sono in grado di puntellare l’azione restrittiva della Federal Reserve.
In altri termini, incertezza politica a parte, la concentrazione sui dati di analisi fondamentale sta in questo momento premiando il calendario macro a stelle e strisce, che ha fornito un altro buon supporto ai policy makers della Fed. Lo scenario centrale prevede in questo momento che l’istituto monetario comunichi le proprie decisioni di normalizzazione di bilancio a settembre, per poi avanzare un rialzo dei tassi a dicembre: aleatorietà sembra ancora caratterizzare un simile percorso.
Sul fronte euro, la notizia che la valutazione del quantitative easing passi nelle mani della Corte del Lussemburgo (dopo i dubbi di forma espressi dalla Corte costituzionale tedesca) viene ritenuta favorevole al prosieguo dell’azione della Banca centrale europea.
Spostandoci sul comparto delle materie prime, le commodity sono in rialzo, spinte dal recupero del prezzo del petrolio, che ha beneficiato dei dati API pubblicati sulle scorte statunitensi di greggio, scese di oltre 9 milioni di barili nel corso della sola ultima settimana. Il focus si sposta ora sulle scorte EIA del pomeriggio, che sono attese in ribasso di oltre 3 milioni di barili. Sullo sfondo rimane tuttavia la presenza e l’impressione di un mercato appesantito da un generale eccesso d’offerta, che sta comunque rendendo meno efficaci i tagli di OPEC e Russia.
Vedremo dunque nel corso delle prossime settimane quali saranno le evoluzioni sul tema, e come si comporteranno di conseguenza le forze della domanda e dell’offerta.