I dispositivi anticaduta si devono obbligatoriamente utilizzare quando si svolgono lavori in quota, quindi ogni volta che si lavora ad altezze superiori ai 2 metri, calcolati a partire da un piano stabile e sicuro. Alcuni di questi DPI sono indossati dal lavoratore, come nel caso di imbracature o fermi anticaduta; altri invece sono costituiti da sistemi di protezione che devono essere fissati agli edifici. Nelle nuove abitazioni tali sistemi sono sempre installati, mentre nelle vecchie case è più difficile che siano presenti.
Che tipo di DPI anticaduta
La normativa italiana sulla sicurezza sul posto di lavoro, ovvero il decreto legge 81 del 2008, segue le leggi a livello europeo e fornisce indicazioni precise per quanto riguarda anche i dispositivi da adottare; ad esempio, i DPI anticaduta che rispondono alle norme europee di tipo tecnico devono essere conformi alle regole riportate nelle norme UNI EN, quindi prima di essere commercializzati sono testati e muniti di apposite descrizioni. Il Testo Unico della Salute e della Sicurezza sul posto di lavoro specifica per ogni singola tipologia di dispositivi anticaduta quale sia la norma di riferimento a cui attenersi. In particolare gli obblighi di legge prevedono che gli edifici in cui si svolgono lavori in quota siano muniti della cosiddetta linea vita, un punto a cui il lavoratore si può assicurare tramite cavi, collegati all’imbracatura che sta indossando. In caso di caduta la linea vita impedisce al lavoratore di cadere verso il basso e lo assicura durante ogni movimento; i DPI anticaduta che indossa gli permettono di collegarsi correttamente alla linea vita e frenano la caduta libera. Al suo posto si possono prevedere ripari e protezioni di altro tipo.
Dove è obbligatoria la protezione in quota
Quindi le norme vigenti obbligano il lavoratore a indossare e utilizzare DPI anticaduta quando svolge lavori in quota. Su tutto il territorio nazionale è poi obbligatorio installare una linea vita sugli edifici di nuova costruzione, in modo che i lavoratori che si trovano a lavorare sulle coperture, o comunque ad altezze elevate, possano assicurarsi ad essa. La norma sopra citata del 2008 estende tale obbligo a tutto il territorio Nazionale. Ci sono, però, Regioni che hanno prodotto norme specifiche, che riguardano l’uso e l’obbligo alla presenza di una linea vita, o di altro sistema anticaduta, su qualsiasi edificio, anche su quelli più vecchi, al momento della richiesta di precisi titoli abitativi o permessi a svolgere particolari opere. Questo consente in tali Regioni di effettuare controlli puntuali sull’effettiva presenza di una linea vita ove necessaria. In particolare varie Regioni italiane richiedono che nel caso di richiesta di titoli abitativi, o nel momento in cui si richiede una concessione edilizia o si invia una comunicazione di inizio lavori si presenti un progetto per il sistema di protezione. Questo può consistere nel posizionamento di una linea vita permanente, o nell’utilizzo di appositi parapetti, ponteggi e opere simili, da installare solo nel periodo di presenza del cantiere.
La linea vita e il fotovoltaico
La questione della presenza della linea vita coinvolge anche tutti quegli edifici su cui si decide di installare un impianto fotovoltaico. In alcuni casi infatti le norme sopra indicate vengono fraintese e chi sta per installare un impianto comunque costoso si trova a dover aumentare ulteriormente le spese a causa proprio della necessità di posizionare un sistema anticaduta. È vero che vige l’obbligo di prevedere un sistema anticaduta nel caso di lavori sulle coperture di un edificio. È altrettanto vero però che in vari casi è possibile solo posizionare dei parapetti temporanei, correttamente ancorati sulla copertura, che impediscono la caduta agli addetti. Deve comunque essere un tecnico abilitato, esperto del settore, a valutare quale sia il sistema anticaduta più adatto da utilizzare su ogni copertura.