Sono stati piuttosto contrastati i dati che arrivano su vendite e consumi delle principali economie dell’eurozona. Partendo da quelli positivi, i dati sulle vendite al dettaglio tedesche nel mese di febbraio hanno segnato un netto recupero dal -1,0 per cento a + 1,8 per cento mese su mese contro attese di +0,7 per cento su base mensile, mentre segna una contrazione non prevista l’indice annuale a -2,1 per cento dopo il +2,7 per cento anno su anno di gennaio.
Sicuramente meno convincenti sono invece i dati che arrivano dalla Francia, dove i consumi sono stati registrati in una condizione di debolezza: nel secondo mese dell’anno i consumi vedono infatti una contrazione di -0,8 per cento mese su mese dopo il +0,6 per cento mese su mese di gennaio e registrano una correzione anche per il dato annuale.
Naturalmente, quanto sopra può essere letto in integrazione con i dati d’inflazione. La stima preliminare dell’inflazione francese di marzo non sembra infatti aver registrato rallentamenti – come invece accaduto in relazione ai dati tedeschi – confermando infatti una crescita dei prezzi al consumo a +1,4 per cento anno su anno con incremento del CPI su base mensile pari a +0,7 per cento mese su mese, in decisa accelerazione dal +0,2 per cento su base mensile precedente.
È comunque probabile che l’inflazione andrà a rallentare nel corso dei prossimi mesi, come ampiamente interpretato dagli analisti di mercato, una volta esaurita la spinta energetica che ha contribuito alla fiammata di inizio anno. Così facendo, rileviamo altresì che avverrà un freno anche al dato aggregato dell’area euro, che dovrebbe essere destinato ad abbandonare la soglia del 2% che era stata toccata in precedenza, per potersi accomodare su più miti progressioni statistiche.