L’indice di fiducia economica (ESI) della Commissione Europea è calato a quota 115,3 punti, contro i 114,7 punti del mese di gennaio. L’indice rimane così sui massimi livelli statistici dall’inizio degli anni 2000, mostrando come le imprese siano meno euforiche rispetto al mese scorso nel settore dei servizi (con indice che scende a 16,7 punti da 18,0 punti) e nel commercio al dettaglio (con indice a 5,0 punti da 6,0 punti), anche se gli indici rimangono su livelli storicamente elevati.
La fiducia presso le imprese manifatturiere è sostanzialmente su livelli stabili, con indice simile a quello dello scorso mese, a 8,8 punti, dal momento che l’aumento della domanda è in parte compensato da un incremento delle scorte in magazzino.
Tra gli altri dati in miglioramento, rileviamo come cresca il morale delle imprese di costruzioni, che continuano a riportare un aumento degli ordinativi. La crescita dell’attività economica è peraltro replicata anche nel delle intenzioni ad assumere nei servizi, nel commercio e nelle costruzioni.
Ulteriormente, i dati forniti dall’Eurostat affermano come in aggregato le attese delle imprese sono coerenti con una crescita degli occupati vicina all’1,6 – 1,7 per cento anno su anno a inizio 2018. L’indagine della Commissione segnala altresì come la fruizione della capacità produttiva sia salita sia nell’industria che nei servizi e sia vicina ormai ai massimi storici.
Infine, si sottolinea come la maggiore fruizione della capacità produttiva suggerisce un aumento degli investimenti di espansione da parte delle imprese e supporta le previsioni degli analisti su un ciclo di spesa aziendale più vivace nel 2018. Con il consolidarsi della ripresa economica, le imprese stimano altresì un incremento dei prezzi nei servizi, nel commercio al dettaglio e nelle costruzioni, ovvero in quei settori che sono tipicamente più legati alla dinamica della domanda interna.